Coltivare la continenza o la temperanza?
Quali differenze e modi per compiere scelte giuste senza sofferenza
Quali differenze e modi per compiere scelte giuste senza sofferenza
In questo articolo scopriremo la differenza tra continenza e temperanza, e vedremo che esiste un altro modo di vivere la realtà compiendo scelte giuste senza troppi obblighi e senza troppa sofferenza. Le rinunce portano sempre una grande fatica, o almeno così pare. Scopriremo che non è sempre così…
L’inferno sia lastricato di buone intenzioni
Si narra che l’inferno sia lastricato di buone intenzioni mai trasformate in azioni. Devo smettere, devo fare, devo pregare, devo contenermi…
Occorrono vigilanza e continenza per vincere la tentazione. Che fatica, quante nevrosi, quanti insuccessi annunciati quando si cerca di fare o non fare qualcosa basandosi unicamente sulla forza di volontà. Ma occorre andare oltre per transitare dalla continenza alla temperanza.
La temperanza è basata sulla virtù
La continenza è basata sulla forza di volontà, ma non il comportamento è stato interiorizzato per cui dominano fatica e insoddisfazione. L’opposto è l’incontinenza.
Secondo San Tommaso d’Aquino la temperanza è un “orientamento comportamentale verso il bene” che spinge la volontà personale verso i valori.
Al contrario l’intemperanza è un “dis-orientamento rispetto al bene”, una deviazione dal percorso originale che porta la persona a volgersi, temporaneamente o definitivamente, verso il male.
Si possono riscontrare 4 modalità comportamentali:
È dominato dalla virtù, la volontà guida scelte comportamentali convinte verso il bene, quindi non si verifica scissione psichica: ne risultano armonia e felicità.
È dominato dal dubbio, la volontà riesce a contenere l’appetito negativo ma senza crederci fino in fondo. Si sa che non si dovrebbe fare una cosa e ci si sforza di non farla, però non vi è una reale convinzione rispetto al bene da esercitare, quindi si verifica una scissione psichica collegata al rimorso: ne risultano nevrosi e insoddisfazione.
È dominato dalla colpevolizzazione, la volontà non riesce a contenere gli appetiti, cioè le passioni, anche se vorrebbe perché è presente una forte istanza morale, quindi si verifica scissione psichica dovuta al senso di colpa: ne risultano nevrosi e infelicità.
È dominati dal disimpegno dal bene, la volontà sceglie deliberatamente il male perché è l’orientamento prevalente, quindi non si verifica scissione psichica visto che mancano il senso di colpa e il rimorso: ne risulta una soddisfazione temporanea almeno fino a quando non intervengono fattori destabilizzanti traumatici ed imprevisti che possono modificare l’equilibrio.
I SENSI DI COLPA TI BLOCCANO?
Possiamo aiutarti, puoi parlane con noi!
È possibile che ti sia riconosciuto in uno o più di questi atteggiamenti comportamentali.
A volte può essere utile l’aiuto di una buona guida per rileggere la propria vita
Se non ne hai coscienza è utile rileggere alcuni aspetti della tua vita, magari con l’aiuto di una buona guida, ponendola alla luce della Parola di Dio e fare memoria delle modalità comportamentali disfunzionali per giungere alla guarigione interiore attraverso l’azione di grazia amorevole divina, cioè mediante l’agape.
Possiamo guarire imparando a lasciarci amare anche se abbiamo fallito la nostra progettazione, se abbiamo pianificato la nostra vita in modo sconclusionato o totalmente errato, oppure se ci siamo negati di far progetti. Lasciandoci amare possiamo recuperare i difetti e le rinunce di progettazione e aderire alla progettazione divina iniziale. Possiamo agganciare i nostri futuri obiettivi ai valori profondi e superare i limiti.
L’obiettivo dell’agape è andare oltre il limite facendo tesoro dell’esperienza, anche di quella apparentemente negativa, perchè «[…] noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Rm 8,28).
Non siamo stati perfetti, ma proprio per questo possiamo essere guariti e liberati ancora meglio, cioè possiamo essere salvati per effetto della grazia. Infatti «…laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia». (Rm 5,20)
In questo articolo abbiamo scoperto la differenza tra continenza e temperanza e visto che la prima porta sovente ad insoddisfazione e genera problemi psicologici, mentre la seconda porta alla pace e alla gioia. Abbiamo anche scoperto che alcuni vivono nell’incontinenza e nell’intemperanza e che la loro esistenza è dominata dalle passioni e dalla scissione psichica o dal male. Per transitare dalla continenza alla temperanza occorre operare scelte che fanno leva sui valori, cioè sviluppare le virtù.
È giornalista pubblicista, enologo, dottore in scienze e tecniche psicologiche, counselor professionista e mediatore familiare. È co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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