Il discernimento tra malattie spirituali e mentali
La linea di demarcazione è spesso sottile e non è facile fare chiarezza
La linea di demarcazione è spesso sottile e non è facile fare chiarezza
È molto difficile parlare con obiettività dei “mali spirituali” perché sull’argomento c’è molta disinformazione e anche tanta superstizione. Poco tempo fa in associazione siamo stati contattati da una giornalista freelance che si occupa di temi socio-sanitari, impegnata a scrivere un reportage sul confine tra esoterismo e malattia mentale. Il reportage comprendeva anche “testimonianze di chi si occupa di queste antiche preghiere di liberazione dal male e più in generale di periferie esistenziali”.
La signora chiedeva la disponibilità per un colloquio alla luce della nostra esperienza, sottolineando che “non c’è la volontà di sminuire la pratica o creare falsi sensazionalismi, ma solo la necessità di cronaca su argomenti spesso intrisi di pregiudizi e opachi”.
In questo libro ci sono molte testimonianze e consigli utili sulle malattie spirituali
Ci ha colpito questo approccio perché, sotto quello che si presentava come un desiderio di obiettività e dovere di cronaca, abbiamo colto una certa dose di pregiudizi unita a mancanza di chiarezza. Dove? Nel definire gli esorcismi “antiche preghiere di liberazione dal male”, e nella scelta di definire le persone che ne hanno bisogno come “periferie esistenziali”.
Siamo a conoscenza di storie incredibili e dolorosissime di persone colte, per lo più laureate e con posizioni sociali tutt’altro che marginali, che abbiamo raccolto e narrato nel libro “Vattene Satana” di Elisabetta Fezzi e Fabrizio Penna, edito da San Paolo. In questo testo abbiamo dimostrato che l’idea che chi vive queste esperienze siano “donnette superstizione o ignoranti” è molto lontana dalla realtà. Altro che periferie esistenziali…
Una delle grandi difficoltà che vivono le persone affette da “mali spirituali” sta proprio nel cercare di fare chiarezza, purtroppo spesso ci si rivolge a carismatici, o presunti tali, che non sempre sono affidabili nei loro giudizi. Anzi sovente fanno dei seri danni, perché inducono delle paure aggiuntive in persone già fragili oppure alimentano insane dipendenze. Per prima cosa lontano dai “carismatici liberatori”.
Chi libera è Dio, e l’opera di liberazione passa attraverso la fede e il lavoro personale. “Prega come se tutto dipendesse da Dio e lavora come se tutto dipendesse da te” sosteneva S. Ignazio di Loyola.
Occorre prima un accurato discernimento con chi conosce l’argomento, è un lavoro impegnativo che richiede competenza e tempo per l’accoglienza e l’ascolto. Purtroppo spesso mancano entrambi. È necessario evitare di affidarsi agli amici ben informati o a persone pie, occorre rivolgersi a sacerdoti o a laici formati sull’argomento, equilibrati dal punto di vista umano, per questo è utile rivolgersi alla propria Diocesi, di solito si viene indirizzati da persone competenti, magari da un esorcista nominato dal Vescovo.
L’esorcista Don Gabriele Amorth è stato socio onorario dell’associazione
Don Gabriele Amorth li definiva mali malefici, una serie di difficoltà, problemi, impedimenti, manifestazioni particolari frutto di un’azione demoniaca straordinaria.
Ci sono errori che compiamo inconsapevolmente e che possono spianare la strada all’azione demoniaca straordinaria. Capire come evitare di mettersi nei guai è importante, così come prepararsi per il combattimento spirituale. Proprio Don Amorth, che è stato socio onorario della nostra associazione, diceva che il 90% della liberazione è in mano alle persone in difficoltà, solo il 10% dipende dall’esorcista, che il più delle volte non è per nulla necessario. La consapevolezza e l’impegno personale fanno la differenza nella guarigione.
Proprio per informare e aiutare a fare chiarezza proponiamo periodicamente il ritiro spirituale “Il diavolo, se lo conosci lo eviti”, fruibile sia online che in presenza, con interventi anche di esorcisti.
Ulteriori info:
366 207 2156 ti risponde Elisabetta
IL DIAVOLO SE LO CONOSCI LO EVITI
Abbiamo molte iniziative che favoriscono la guarigione interiore e la liberazione spirituale.
A volte ci possono essere sintomi molto evidenti
Le tentazioni straordinarie del diavolo sono classificate, a seconda della gravità e dei sintomi, in vessazioni, ossessioni, possessioni, infestazioni. Al di là delle possibili sfaccettature della sintomatologia, che possono variare da persona a persona, si tratta sempre di esperienze terribili che producono un dolore profondo che difficilmente può essere comunicato e ancor meno compreso, una sorta di mancanza di identità unita alla paura nel sentirsi governate da entità crudeli. Si tratta di esperienze ben diverse dalle tentazioni ordinarie che sperimentiamo tutti nella vita.
Di fronte ai mali estremi (eh sì, i mali malefici sono mali estremi!) occorrono estremi rimedi: un serio cammino di fede e la cura spirituale affidata a un esorcista autorizzato dal proprio vescovo, avendo cura di evitare sedicenti guaritori. Tuttavia non sempre le preghiere sono sufficienti per guarire, perché spesso chi vive queste situazioni ha ferite profonde, che sono porte di ingresso del demonio.
Ecco che allora può essere utile, se non indispensabile, un accompagnamento umano che aiuti nella cura. Occorre un lavoro personale e l’affidamento a Dio con tutto il cuore. Per dirla con S. Ignazio lavora come se tutto dipendesse da te e prega come se tutto dipendesse da Dio!
Ti accompagniamo con equilibrio nella tua malattia spirituale
E poi nelle malattie spirituali la vera sfida è normalizzare l’anormale, cioè prendere in carico l’esperienza con equilibrio. Unitamente ai momenti di “combattimento spirituale” occorrono spazi di normalità, dove sdrammatizzare l’esperienza. Per farlo sono utili una dose di autoironia e una buona rete di aiuto, perché la solitudine relazionale aggiunge sofferenza alla sofferenza. Nella Famiglia della Luce con Camilla abbiamo counselor pastorali che possono accompagnare nel cammino.
Infine occorre cercare di restare nella normalità della vita di ogni giorno, di curare la propria persona, le relazioni e il lavoro. E ricordare che “in medio stat virtus”, la virtù sta nel mezzo: al diavolo piacciono gli eccessi, anche pregare in modo esagerato può favorirlo invece che allontanarlo. Chi vuole liberarsene può iniziare il suo combattimento spirituale cercando l’equilibrio, evitando il troppo e il troppo poco. E soprattutto occorre sempre cercare di vivere il presente, il qui e ora, con uno spirito di ringraziamento e di lode perché “Il Signore abita la lode del suo popolo” (Sal 22,3) e, dove c’è Dio, il nemico fatica ad agire incontrastato.
Ognuno è responsabile dei propri comportamenti, tutti compiamo azioni che aumentano la nostra esposizione agli attacchi demoniaci straordinari, che possono essere molto pericolosi. In casi gravi è opportuno rivolgersi a sacerdoti autorizzati dal proprio vescovo, gli esorcisti, per chiedere aiuto e discernimento. Diffidate dei carismatici liberatori, evitate di chiedere rivelazioni private sulla presunta origine del male. Per la maggior parte delle persone non è necessario ricevere preghiera esorcistica perché, attuando il combattimento spirituale e vivendo con fede i sacramenti della Riconciliazione, l’Eucaristia, l’Adorazione Eucaristica e la preghiera quotidiana, è possibile proteggersi dall’azione del demonio. Infatti… se lo conosci lo eviti e conoscendolo fa meno paura!
Elisabetta Fezzi è giornalista e scrittrice creativa. È consulente relazionale esistenziale, counselor professionista ed esperta di scrittura autobiografica. È co-fondatrice e presidente della Famiglia della Luce con Camilla
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