Emozioni e sentimenti: viverli e gestirli
Scopri come gestire meglio il tuo mondo emotivo
Scopri come gestire meglio il tuo mondo emotivo
In questo articolo parleremo di emozioni e sentimenti, e scopriremo che emozionarsi significa amare oppure odiare qualcosa o qualcuno, infatti nell’indifferenza non si vivono emozioni. Scopriremo anche che il mondo emotivo può essere assai differente tra una persona e l’altra e che è necessario governare l’emotività attraverso la ragione senza farsi travolgere da sentimenti troppo invasivi.
L’infanzia è caratterizzata dall’emotività, negli adulti le emozioni possono essere regolate
Le nostre relazioni sono condizionate sin da bambini dalle emozioni, stati affettivi collegati a stimoli sia esterni, che nascono cioè da qualcosa che si vede o si vive, oppure interni, che nascono da pensieri o da ricordi. L’emozione può essere descritta come la coscienza di un cambiamento che colpisce l’intera persona, inoltre ci si emoziona soltanto per qualcosa che viene valutato influente e significativo nel bene o nel male, in caso contrario l’emozione non si verifica.
Molti studi concordano sul fatto che esistono emozioni primarie o di base e altre secondarie derivate dalle prime.
Emozioni primarie innate
Paul Ekman ha evidenziato alcune emozioni innate
Lo psicologo Paul Ekman ha evidenziato nel 2008 sei emozioni universali innate, che caratterizzano ogni persona in ogni cultura e determinano specifiche espressioni facciali:
L’emozione parte da una valutazione
Emozioni e sentimenti attirano oppure respingono verso qualcosa o qualcuno
Quando valutiamo qualcosa o qualcuno come un bene tendiamo ad amarlo e ne siamo attirati, al contrario quando valutiamo qualcosa o qualcuno come un male tendiamo ad odiarlo e ne siamo respinti. Inoltre l’emozione è influenzata ed amplificata dalla presenza o dall’assenza dello stimolo e dalla facilità o difficoltà nel raggiungerlo.
Questo processo di valutazione non avviene per tutti nello stesso modo. Ci sono persone ad elevata emotività che vengono influenzate da ogni piccolo aspetto delle realtà, e persone a bassa emotività che si emozionano davvero per pochissime cose. Però quando l’emozione emerge si scatenano per tutti risposte di attivazione fisiologica e psicologica che spingono all’azione, che portano cioè ad avvicinarsi o ad allontanarsi da ciò che ha determinato l’emozione.
Nelle emozioni solitamente la prima risposta è pressochè automatica. Infatti viene coinvolto il cervello antico più istintivo collegato ad un’area chiamata amigdala.
Se ad esempio un cane mi compare improvvisamente davanti con un comportamento che valuto minaccioso provo immediatamente paura e rispondo automaticamente con l’attacco o con la fuga.
Di fronte ad un grave torto ci si arrabbia
Oppure se subisco un grave torto da parte di un amico immediatamente provo rabbia e la manifesto con uno scoppio d’ira oppure mi chiudo in un mutismo ostinato in seguito alla delusione o allo sconcerto.
Oppure se improvvisamente mi torna in mente il primo bacio provo piacere se l’esperienza è stata positiva, disgusto se è stata negativa, vergogna se il ricordo è sopraggiunto in un momento inopportuno, magari quando ero in intimità con un’altra persona.
Trascorso il primo momento l’emozione prima viene ricordata in un’area del cervello chiamata ippocampo, poi inizia ad essere elaborata dalle aree associative della corteccia celebrale e si trasforma in un sentimento duraturo e stabile che produce maggiore consapevolezza rispetto a ciò che si sta vivendo.
Al solo pensiero di un cane provo paura
Ad esempio se appena penso o parlo di un cane mi viene il batticuore, posso giungere a collegare il fatto ad un episodio precedente dove sono stato traumatizzato da un cane comparso improvvisamente con fare minaccioso. Attraverso questo ragionamento l’emozione iniziale di paura viene elaborata in un sentimento di avversione per i cani che produce ritrosia e prudenza.
Oppure se a distanza di anni provo ancora rancore rispetto ad un torto subito, posso giungere ad elaborare l’esperienza ed arrivare al perdono quando valuto che è svantaggioso alimentare il risentimento e decido che conviene trovare modalità più adeguate.
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Da bambini ci si emoziona facilmente, spesso domina lo stupore
Se nella prima infanzia le risposte all’ambiente sono state prevalentemente emotive, nella seconda e terza infanzia le risposte agli stimoli ambientali sono diventate più cognitive, cioè si è imparato a valutare meglio le situazioni e i pericoli.
Se ci siamo sentiti amati abbiamo potuto crescere come persone sicure e amorevoli, al contrario se abbiamo vissuto esperienze di rifiuto, esclusione o devalorizzazione possiamo aver sviluppato sentimenti deprimenti come l’invidia, la gelosia, l’odio, l’aggressività e il disimpegno che ci hanno portati alla chiusura in noi stessi.
Se poi si sono aggiunti giudizi malevoli da parte dei pari o degli educatori abbiamo vissuto un rinforzo che ci ha portati a crearci convinzioni negative molto tenaci su noi stessi e sugli altri.
Adulti più consapevoli delle emozioni
In ogni caso l’obiettivo di ogni adulto maturo è quello di rendersi sempre più consapevoli dei pensieri che sostengono e producono le proprie emozioni, per imparare a giudicare sempre meglio le situazioni e vivere emozioni adeguate rispetto alle differenti realtà: è esattamente quello che è riuscita a fare Santa Teresa d Lisieux durante lo sviluppo della sua intelligenza emotiva. Ma questo non sempre avviene, anzi molti adulti hanno una grande difficoltà a regolare il proprio mondo emotivo.
Cuore caldo e mente fredda
Quando dominano le emozioni si va dove porta il cuore e si perde lucidità
Chi non riesce a gestire con intelligenza le proprie emozioni è costantemente trasportato “dove lo porta il cuore”, al contrario chi non si permette di riconoscere ed esprimere il proprio mondo emotivo finisce per trasformarsi in una persona fredda e cinica.
Tu in che situazione pensi di trovarti?
Gesù amava con emozione e ragione
Gesù non ha mai disconosciuto le emozioni, è stato triste fino alle lacrime di fronte alla morte del suo amico Lazzaro, si è arrabbiato con i mercanti del Tempio, ha avuto paura rispetto alla scelta della croce, ha provato disgusto davanti all’ipocrisia dei farisei, ha mostrato gioia quando è stato accolto sinceramente…
Gesù ha saputo utilizzare le proprie emozioni ponendole al servizio del bene, cioè dell’amore. Infatti Gesù ha amato sia in modo emotivo ed impulsivo che in modo razionale e meditato, quando ha scelto di offrirsi consapevolmente senza fuggire la sofferenza in vista di un bene maggiore. Gesù ha saputo regolare le proprie emozioni fino a giungere all’agape, cioè al dono totale di sè.
In questo articolo abbiamo parlato di emozioni e sentimenti, e scoperto che emozionarsi significa essere attratti oppure respinti da qualcosa o qualcuno. Abbiamo visto che dopo un primo momento nel quale avvengono risposte automatiche l’emozione può essere elaborata e regolata, e questa prerogativa è tipica del mondo adulto, anche se sovente una disregolazione emotiva caratterizza anche i grandi e rischia di farsi travolgere da sentimenti troppo invasivi. Gesù è stato un modello di regolazione emotiva, perchè ha saputo coniugare il cuore e la ragione, cioè ha vissuto una vera empatia per il prossimo.
È giornalista pubblicista esperto del settore eno-agro-alimentare, è psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. È anche co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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