Il mistero dello Spirito Santo
Come conoscere, apprezzare e invocare lo Spirito divino
Come conoscere, apprezzare e invocare lo Spirito divino
In questo articolo parleremo dello Spirito Santo, che è la terza persona della Santissima Trinità. Scopriremo che la sua azione è unita a quella del Padre e del Figlio, ma svolge funzioni differenti, ispira pensieri, attualizza la rivelazione e guida il discernimento sia ordinario che straordinario. Inoltre porta con Sé sette doni che aprono la strada a nove frutti spirituali. Lo Spirito Santo è nostro alleato nella vita quotidiana.
L’invocazione dello Spirito Santo poggia sulla fede nella Santissima Trinità
Un cristiano può pronunciare l’invocazione “Vieni Spirito Santo” partendo dal mistero di fede per eccellenza, quello della Santissima Trinità, dove Dio è contemporaneamente Padre, Figlio e Spirito Santo. Si tratta di una relazione d’amore straordinaria ed inscindibile definita “consunstanziale“, che prima viene vissuta dalla Trinità e poi trasmessa all’umanità.
Dal Padre derivano l’immagine e l’identità di ogni persona, dal Figlio si viene accompagnati ed istruiti, dallo Spirito Santo consolati ed ispirati.
C’è come una divisione di compiti fra il Cristo e lo Spirito
Yves Congar e Karl Rahner scrivono nel loro libro “La Pentecoste” (Queriniana, 1989) che c’è come una divisione di compiti fra il Cristo e lo Spirito. Il Cristo rivela ed istituisce, lo Spirito Santo vivifica.
Il Cristo ha rivelato il mistero di Dio, annunciato il Vangelo mentre lo Spirito attualizza la Parola, la conserva vitale e permette che si realizzi.
Il Cristo ha istituito la missione apostolica, lo Spirito coopera nell’apostolato affinché porti frutti.
Il Cristo ha istituito i sacramenti, lo Spirito dà ad essi la forza santificante quando vengono applicati. Lo Spirito portare a termine il programma istituito da Cristo.
Obiettivo finale è sempre la salvezza, ottenuta per grazia e non per merito.
Ogni battezzato in Cristo ha ricevuto il dono dello Spirito Santo. Solitamente il battesimo avviene poco dopo la nascita, quindi in un momento di inconsapevolezza da parte di chi lo riceve, ne deriva che il dono ha necessità di essere compreso ed accettato successivamente per essere davvero goduto.
Comprensione e accettazione dovrebbero avvenire durante il cammino di formazione prima di ricevere il Sacramento della Cresima, dove viene confermato il dono dello Spirito Santo battesimale.
Padre Raniero Cantalamessa sostiene che in molti cristiani i sacramenti sono come “legati”
Ma spesso nei cristiani c’è scarsa consapevolezza, per cui il dono dello Spirito Santo anche dopo la Confermazione rimane “legato”, per usare un’interessante definizione proposta da Padre Raniero Cantalamessa.
Tutti possiedono lo Spirito, ma pochi lo invocano nella vita quotidiana, magari prima di effettuare un discernimento. In ogni caso lo Spirito Santo anche dopo l’invocazione non agisce mai a comando ma soffia dove vuole come il vento. (cfr Gv 3,8)
Sostanzialmente esistono tre modalità di discernimento effettuate grazie all’intervento dello Spirito Santo: quello comune, quello spirituale e quello carismatico.
San Paolo ricorda: «Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa con discernimento, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male». (1 Tess 5,19-22).
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Invocare lo Spirito Santo nella quotidianità
Invocare lo Spirito Santo non significa chiederne l’effusione, come impropriamente viene detto in alcuni ambienti, perché questa è già avvenuta con il battesimo.
Invocare lo Spirito Santo significa semplicemente desiderare entrare in piena relazione con Lui e chiedergli di agire in noi per ottenere luce e ispirazione nei pensieri e nelle azioni e per suscitare i carismi.
Così come ogni cristiano è tenuto a mantenere salda la relazione con il Padre e il Figlio, è anche tenuto a vivificare la relazione con lo Spirito Santo, invocandolo per sé stessi e per il prossimo.
Lo Spirito Santo è sovente rappresentato come una colomba
Lo Spirito è il “dono di Dio per eccellenza” (cfr Gv 4,10) e porta con sé, a chi lo accoglie, dei doni spirituali. La Chiesa ne ha individuati sette: la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la fortezza, la scienza, la pietà e il timor di Dio.
Se i doni dello Spirito Santo sono desiderati, invocati e accolti entrano a far parte del corredo della persona, del suo habitus mentale, e ne derivano nove frutti spirituali che si rendono visibili attraverso l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza e il dominio di sé (cfr Gal 5,22)
Gesù ha detto: “In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”. (Mc 3,28-29)
Giovanni Paolo II ha parlato della bestemmia contro lo Spirito Santo in una lettera enciclica
Che cosa sarà mai questa gravissima bestemmia contro lo Spirito Santo? Il magistero della Chiesa è molto chiaro in proposito e parte dagli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino ripresi successivamente nella lettera enciclica “Dominum et vivificantem” di San Giovanni Paolo II.
La bestemmia contro lo Spirito Santo non consiste nell’offendere a parole Dio, ma nel disprezzare il piano di salvezza donato da Dio per grazia all’umanità. Quindi si tratta di un peccato di superbia collegato alla durezza del cuore, ad una scelta consapevole, alla presunzione auto-centrata di salvarsi da soli.
Chi liberamente e consapevolmente rifiuta la salvezza divina bestemmia lo Spirito Santo e non ha possibilità di essere perdonato perché si auto esclude dalla misericordia, si condanna con le sue stesse mani, a Dio non rimane che rispettare la sua libertà.
In questo articolo abbiamo parlato dello Spirito Santo, che è la terza persona della Santissima Trinità e svolge dei compiti specifici rispetto al Padre e al Figlio. Abbiamo anche scoperto che che la sua azione è offrire ispirazione e guidare sia il discernimento ordinario umano e spirituale che quello straordinario carismatico. Inoltre La presenza dello Spirito Santo permette di accogliere sette doni, che se entrano a far parte della struttura comportamentale della persona aprono la strada a nove frutti spirituali. Infine abbiamo scoperto il vero significato del peccato di bestemmia contro lo Spirito Santo.
È giornalista pubblicista esperto del settore eno-agro-alimentare, è psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. È anche co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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