Innamoramento o amore?
Esistono molti tipi di amore: scopriamoli insieme
Esistono molti tipi di amore: scopriamoli insieme
In questo articolo parleremo di innamoramento e di amore, o meglio dei diversi tipi di amore, un termine così ampio da rappresentare una grande sfida. La prima è comprendere le differenze tra innamoramento e amore, due termini da molti erroneamente considerati sinonimi: le differenze invece sono notevoli. Scopriremo quali e affronteremo le loro differenti sfumature.
La solidarietà è alla base dell’amore sociale
Nel 1979 il sociologo Francesco Alberoni ha scritto sull’argomento un libro diventato famoso: “Innamoramento e Amore”. Vi si affermava che l’innamoramento è un processo simile alla conversione religiosa o politica e che le persone si innamorano quando sono pronte ad iniziare una nuova vita. In pratica per innamorarsi occorre che il proprio io si destrutturi per poi ristrutturarsi in modo da potersi fondere con l’altra persona, creando una “nuova collettività ad altissima solidarietà”. L’innamoramento presuppone il desiderio di relazione con altro da noi. Secondo Alberoni la fenomenologia dell’innamoramento è la stessa sia nei giovani che negli adulti, nei maschi come nelle femmine, negli omosessuali come negli eterosessuali. L’innamoramento è alla base della solidarietà, sulla quale sono fondati molti legami sociali.
L’innamoramento produce benessere ed euforia
Dal punto di vista psicologico l’innamoramento si può considerare una potente spinta emotiva, una grande passione. Di solito ci si innamora di una persona, ma qualche volta anche di animali domestici o di un’ideale.
L’innamoramento produce un enorme desidero verso qualcosa o qualcuno, sovente una vera ossessione che sfiora la dipendenza, un processo studiato dai neuroscienziati che hanno evidenziato come intervengono due potenti neurotrasmettitori, la serotonina e la dopamina, che producono effetti simili a quelli generati da alcune droghe.
Questo induce a “perdere la ragione“, cioè ad agire solo emotivamente idealizzando la persona senza coglierne i limiti per andare “là dove porta il cuore”. Si potrebbe dire che l’innamoramento produce una “piacevole modificazione” dell’esame di realtà.
Per i teologi l’innamoramento è prima di tutto quello che Dio esercita verso le proprie creature, un innamoramento viscerale, che e-move, cioè emoziona e mette in movimento costantemente la divinità verso l’umanità. L’uomo impara a vivere l’azione amorosa di Dio attraverso le azioni esercitate dal prossimo, impara ad innamorarsi e ad essere oggetto di innamoramento, e coglie la tensione di un Dio innamorato anche attraverso alcuni brani della Sacra scrittura.
Il Dialogo amoroso tra lo Sposo e la Sposa…
In particolare il Cantico dei Cantici è un inno all’innamoramento di Dio verso l’uomo, che usa come metafora il dialogo tra una sposa (l’umanità e la chiesa) e il suo sposo (Dio con la sua alterità). Eccone alcuni esempi:
«Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore. Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza, aroma che si spande è il tuo nome: per questo le ragazze di te si innamorano». (Ct 1,2-3)
«Ora l’amato mio prende a dirmi: Àlzati, amica mia,mia bella, e vieni, presto! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata» (Ct 2,10-11)
Ma l’innamoramento, frutto delle emozioni, è destinato ad esaurirsi per lasciare spazio o al disimpegno amoroso oppure ad un nuovo e più perfetto impegno chiamato Amore.
La Bibbia non presenta l’amore come emozione anche se non ne nega gli aspetti, ma come un atto di volontà, una decisione. L’amore non è uno stato nel quale ci si trova, bensì un impegno nel quale si matura, quindi può sussistere indipendentemente dai sentimenti perché è «una via ancora piú alta» (1 Cor 12,31).
L’amore come relazione tra l’umano e il divino
Una via che parte dal presupposto che solo sentendosi amati e lasciandosi amare si è in grado di amare, prima sé stessi e poi il prossimo: «Ama il tuo prossimo come te stesso» (Gc 2,8). Se non ci si ama è impossibile amare, perché non si è fatta esperienza dell’amore.
«In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Giovanni 4,10).
San Paolo ricorda che «L’amore è paziente, è benigno» (1 Cor 13,4), due atteggiamenti che vanno ricercati e coltivati con perseveranza e fatica, più si matura nell’amore paziente e gentile più ci si decentra da sé stessi e ci si dona al prossimo. L’esempio perfetto è stato proprio Gesù!
Con il termine amore si intendono differenti livelli di aspettative e di coinvolgimento, che partono da un desiderio auto-centrato dominato dai bisogni affettivi personali, per passare a scambi equi contrassegnati dalla reciprocità e giungere al dono di sé permeato dalla devozione.
Nella lingua italiana il termine «amore» ha più di un significato e può essere utilizzato in modo intercambiabile, invece nella lingua greca antica per definire amore vengono utilizzati 4 termini: Porneia, Eros, Philia e Agape.
Porneia
La porneia identifica l’amore autocentrato, possessivo ed utilitaristico, basato unicamente sulla soddisfazione di un bisogno personale. È tipico delle dipendenze affettive e da questo termine nasce la parola pornografia, simbolo di una sessualità usa e getta. È caratterizzata da “io e basta”.
Eros
L’eros invece indica la passione erotica, la pulsione di unirsi all’altro, il fondersi, l’attrarsi, e identifica un amore dominato dalle emozioni e dai sentimenti. È l’amore dell’innamoramento ed è caratterizzato da un “io che desidera un altro”.
Philia
La philia è l’amore fraterno, amicale e coniugale maturo, basato sull’affetto, sulla simpatia, sul rispetto e sulla reciprocità, entrano in gioco sia i sentimenti che il ragionamento, ed è basato sul “noi”.
Agape
L’agape è l’amore che si offre senza chiedere nulla in cambio, è gratuito, generoso, universale e assoluto. Porta a desiderare il bene dell’altro prima del nostro. È l’amore di un genitore che si sacrifica per i propri figli, l’amore eroico di una persona disposta a perdere la propria vita per salvare quella dell’altro. Domina il pronome “tu”.
L’agape è la più alta espressione di amore umano, quella che si apre al divino, ma nella maggiorparte dei casi raggiungere la philia, cioè una relazione rispettosa e reciproca, è già un grande risultato,
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Eros e Agape si completano vicendevolmente
Qualche benpensante potrebbe immaginare che l’obiettivo umano sia vivere l’agape escludendo altri amori meno nobili: niente di più sbagliato, perché sia l’eros, che la philia che l’agape hanno necessità di esprimersi in modo armonico.
Un Eros senza Agape, comune nell’attuale società, produce un romanticismo passionale possessivo, che, a volte può addirittura sfociare nella violenza.
Un’Agape senza Eros è invece molto comune tra i credenti e i consacrati. Si tratta di un amore idealizzato, esercitato più per obbligo di ruolo e volontà che per intima scelta di carità, e produce formalismo che sfocia nella freddezza.
Se l’eros senza agape è un corpo senz’anima, l’agape senza eros è un’anima senza corpo.
Padre Raniero Cantalamessa, nel suo libro Eros e agape Le due facce dell’amore umano e cristiano (San Paolo, 2011) scrive a proposito della supremazie tra eros e agape: «Non si possono separare queste due dimensioni dell’amore senza distruggerlo, così come non si possono separare tra loro idrogeno e ossigeno senza privarsi dell’acqua».
L’amore senza passione viene umiliato, senza dono viene mutilato, ma con entrambi gli aspetti viene trasfigurato. Un Eros ripiegato su sé stesso non riesce mai ad appagare il desiderio, ma un’Agape senza desiderio non riesce a scendere nella carne, quindi rimane un amore astratto.
Carità come offerta di sé
La cerniera tra eros ed agape è la carità, una virtù che dona ampiezza e profonda commozione all’esperienza amorosa. Per esempio l’amore maturo di una coppia di sposi è basato sulla carità e sul perdono reciproci. La carità concretamente si manifesta attraverso il perdono, sia della propria esperienza che di quella del prossimo, anche se porta con sé il sacrificio, termine oggi molto poco di moda.
Il sacrificio rappresenta una grande esperienza d’amore nei confronti dell’altro, il dono di sé in favore di un altro essere umano. Non si tratta di cambiare il prossimo, ma di amarlo e di accoglierlo così com’è.
E si tratta di permettergli di amarmi a sua volta così come sono. Ma questo è un passaggio difficile, perché di solito vogliamo essere amati in quanto amabili.
Anche io posso amarmi così come sono! Accettandomi con tutti i miei limiti, anche se proverò a cambiare ciò che è poco utile o dannoso alla realizzazione del progetto di vita, proverò a concentrarmi su ciò che dona senso alla vita.
In questo articolo abbiamo parlato delle differenze tra innamoramento e amore, abbiamo esaminato alcuni aspetti sociologici, psicologici e teologici e abbiamo scoperto che esistono differenti tipi di amore che hanno necessità di integrasi per completarsi. Infine abbiamo scoperto che l’amore si manifesta attraverso la carità, il sacrificio e il perdono.
È giornalista pubblicista, enologo, dottore in scienze e tecniche psicologiche, counselor professionista e mediatore familiare. È co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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Un articolo molto interessante, grazie. Ma se mio marito pensa solo a sé stesso io come dovrei comportarmi? Non voglio essere possessiva, ma non posso neanche continuare così!!
Grazie Laura, colgo delle difficoltà con tuo marito e la domanda su come comportarti. Ogni situazione è unica, ed è necessario approfondirla personalmente, coscienti del fatto che possiamo provare a far cambiare il prossimo soltanto indirettamente, cioè iniziando ad apportare noi stessi dei cambiamenti. Se ti va di parlarne contattaci per un colloquio individuale https://famigliadellaluce.it/cosa-facciamo/incontri-di-counseling/
A presto!