La riconciliazione è sempre possibile o consigliabile?
Significati e azioni per giungere ad una riconciliazione matura e stabile
Significati e azioni per giungere ad una riconciliazione matura e stabile
In questo articolo affrontiamo la riconciliazione, un tema di grande rilevanza per la vita relazionale di ogni persona. Molti usano questo termine come sinonimo di perdono, ma si tratta di aspetti diversi, che non necessariamente devono o possono viaggiare uniti. Proveremo a comprendere cos’è davvero la riconciliazione, se è sempre utile, possibile o consigliabile percorrerla.
Abbiamo visto che sovente vi è una confusione terminologica tra riconciliazione e perdono, quindi prima di approfondire l’argomento è utile comprendere il significato e le differenze tra queste due parole.
Emergono con chiarezza alcuni aspetti fondamentali:
Non ci può essere riconciliazione senza un preventivo perdono.
Quando si prova di riparare una relazione esistono differenti livelli di coinvolgimento e di ricostruzione, l’importante è non far finta che non sia successo nulla. La tentazione di minimizzare ciò che ha determinato la frattura, o il tentativo di assolvere i comportamenti dell’altro oppure di auto-assolvere i propri, non sono buone basi per una riconciliazione sana.
Per la riconciliazione occorrono verità e autenticità
Occorre svolgere un’operazione di verità e di autenticità, pena l’insorgere di nuove crisi relazionali a breve oppure di frustranti tentativi per tenere in piedi relazioni fondate sul non detto e sull’irrisolto.
Ma tra il tutto (l’ideale) e il niente (l’impossibile) ci sono sempre auspicabili vie di mezzo verso ciò che realisticamente è possibile o consigliabile. Meglio incontrarsi o parlarsi saltuariamente anche se prima della rottura ci si vedeva molto, meglio un uno scarso livello di intimità anche se prima si era molto intimi, insomma, meglio poco che nulla.
Meglio procedere per gradi
È meglio procedere a piccoli passi, condividendo il cammino piuttosto che fare delle fughe in avanti senza che l’altro sia ancora pronto.
Inutile e dannoso immaginare che la relazione “torni come prima”, nulla può essere come prima dopo un’importante ferita relazionale, perché le cicatrici psico-emotive e spirituali rimangono. Ma non è detto che da queste ferite non possa scaturire una relazione addirittura migliore della precedente.
Anzi è un obiettivo auspicabile, perché la riconciliazione può essere una straordinaria opportunità di crescita per tutti i soggetti interessati, un’opportunità che è necessario saper cogliere e sfruttare.
Meglio quindi procedere per gradi senza saltare i passaggi, senza dar troppe cose per scontate. Meglio partire cauti, pur rimanendo fiduciosi. L’importante è procedere con la volontà di guardare con occhi nuovi, fermandosi ad aspettare con pazienza che anche l’altra persona accolga ed interiorizzi i passaggi necessari per una nuova relazione.
Infatti la riconciliazione non si basa su una tregua armata, ma sul desiderio reciproco di avviare un processo di pacificazione e di adottare nuove regole di convivenza, di reciprocità e di riconoscimento.
La riconciliazione è un processo di volontà convergenti che scelgono di proiettarsi in un futuro basato sul rispetto e sulla pace, e che non può prescindere da passaggi di memoria, di verità, di giustizia e di accordo condiviso.
PRIMA DELLA RICONCILIAZIONE VIENE IL PERDONO
Possiamo aiutarti con un percorso progressivo ed efficace
Abbiamo visto che per una buona riconciliazione occorrono passaggi progressivi di memoria, verità, giustizia e accordo condiviso. Esaminiamoli singolarmente.
La memoria
È fondamentale ripercorrere gli eventi che hanno determinato la crisi relazionale, senza esagerarli ma anche senza negarli o sottovalutarli. Non si tratta solo di ricordare, ma di ricostruire il passato per tradurlo in esperienza e tesoro che consenta, in futuro, di essere pronti ad agire con modalità differenti.
La verità
È necessario ricercare non solo la propria verità
È il desiderio di interpretare gli eventi che hanno determinato la crisi relazionale, sapendo che la verità è collegata a percezioni personali, quindi a volte non esiste una verità unica e incontrovertibile. Quindi la verità non è solo un processo ricostruttivo, ma è interpretativo ed è necessario che venga condotto insieme, coscienti del fatto che nessuno possiede la verità completa e che è necessario cogliere attraverso la narrazione dell’altro ciò che manca, avviando un dialogo basato sul rispetto delle differenze e sulla comunicazione assertiva. Per ricostruire la verità possono essere utilizzare logiche differenti che partono da altrettante domande: “cos’è successo?” (logica dei fatti), “perché è successo?” (logica del senso), “che cosa si voleva ottenere?” (logica della necessità).
La giustizia
È il riconoscimento degli errori e della necessità di ripararli in modo equo. La giustizia può essere declinata con due modalità differenti: una giustizia retributiva, collegata al principio della pena e della separazione sociale, (hai sbagliato ora paghi) e una giustizia restaurativa collegata al principio della riabilitazione e dell’inclusione sociale (hai sbagliato ora recuperi). La riconciliazione è basata sulla giustizia restaurativa, che non prevede l’impunità ma neanche il castigo automatico o la perdita di dignità della persona. Si basa sull’assunzione delle proprie responsabilità, sulla decisione di attuare eventuali comportamenti riparativi e sulla ricerca di soluzioni condivise per restaurare l’armonia relazionale.
L’accordo condiviso
La riconciliazione prevede un nuovo patto relazionale
È il punto finale e prevede un nuovo patto relazionale tra i soggetti coinvolti, frutto di una mediazione tra le diverse sensibilità. Può essere molto utile anche l’intervento di un mediatore esterno, che è una persona terza che aiuta a stipulare un buon patto. Il patto dev’essere stipulato nella logica della simmetria, nessuno deve uscirne sminuito o con le ossa rotte, non possono essere poste condizioni mortificanti, ognuno deve cercare di avvicinarsi alle posizioni dell’altro rinunciando a qualcosa. A seconda delle situazioni l’accordo può essere informale, cioè verbale, oppure formale, cioè scritto e firmato. L’importante è che sia chiaro e che vengano previsti meccanismi di verifica sul rispetto del patto appena raggiunto.
In questo articolo abbiamo visto che riconciliazione e perdono sono due cose diverse, la prima è sempre possibile mentre la seconda può non essere possibile oppure sconsigliabile. Inoltre non ci può essere riconciliazione senza il perdono preventivo. Abbiamo anche compreso che per riconciliarsi è necessaria una volontà comune tra le parti e che la riconciliazione è basata su quattro passaggi progressivi che sono memoria, verità, giustizia e accordo, e che quest’ultimo è un nuovo patto relazionale frutto di mediazioni onorevoli.
È giornalista pubblicista esperto del settore eno-agro-alimentare, è psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. È anche co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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