Le Donne nel Vangelo ci parlano e sono molto attuali
La storica Adriana Valerio ci guida alla scoperta del binomio donne e Vangelo
La storica Adriana Valerio ci guida alla scoperta del binomio donne e Vangelo
L’importanza e il ruolo delle Donne nel Vangelo e nella Bibbia potrebbe apparire a prima vista decisamente marginale, al limite dell’invisibile, eppure senza di loro non si sarebbe realizzata la storia della salvezza. La storica e teologa Adriana Valerio ha molto studiato le donne bibliche, e per lei il binomio donne vangelo non ha davvero segreti. La prof.ssa Valerio ha insegnato Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli, è stata presidente dell’«Associazione Femminile Europea per la Ricerca Teologica» (2003-2007) e attualmente dirige il progetto internazionale La Bibbia e le Donne, che coinvolge studiose da tutto il mondo impegnate nella ricostruzione dell’identità storico-religiosa femminile. Le abbiamo fatto alcune domande per aiutarci a capire meglio…
Perché Donne e Bibbia rappresentano un connubio che vale la pena approfondire?
Un ruolo fondamentale nella storia della salvezza
Prima di tutto perché attraverso le donne abbiamo un’occasione per conoscere meglio e approfondire la Bibbia, un libro poco decisamente conosciuto. Poi perché le donne sono in genere poco visibili, quasi che abbiano avuto un ruolo secondario, ma non è così. Quindi entrare di più nella narrazione biblica attraverso le donne, sia quelle che seguono Gesù che quelle dell’Antico Testamento, serve a farci capire che ognuna di loro ha partecipato a pieno titolo alla storia della salvezza. Questo ci permette non solo di conoscere e ripercorrere quelle storie antiche, ma anche di interrogarci su come quelle narrazioni riguardano la nostra vita oggi.
Quali sono i filoni tematici che vengono espressi nella Sacra scrittura dalle donne?
Maria Maddalena è stata una delle donne più vicine a Gesù
I temi portanti espressi dalle donne bibliche sono la solidarietà tra le persone, la maternità sia fisica che spirituale, il problema del potere e della gestione dell’autorità, il rapporto tra azione e contemplazione, inoltre il grande tema della cura e della tenerezza, e poi la costante e risoluta ricerca del volto di Dio, solamente per citarne alcuni. Tutti temi oggetto di riflessione nella lunga storia del popolo ebraico, anche da parte di Gesù di Nazareth, temi importanti che toccano profondamente la nostra esperienza di fede. Una visione allargata ci permette di considerare le donne e gli uomini sullo stesso piano come soggetti attivi della storia, dove le vite maschili e femminili si incrociano e si fanno portatrici di un messaggio di liberazione. Questa visione pluri-comprensiva ci permette di aprire percorsi coinvolgenti non di sola conoscenza ma anche di grande spiritualità.
ESERCIZI SPIRITUALI: LE DONNE E IL SAPERE DELLA FEDE
Vivi un’esperienza di consapevolezza e di approfondimento della tua fede
La donna nella Bibbia era consapevole di un proprio ruolo; la donna di oggi, apparentemente più libera e liberata, secondo te è così consapevole del proprio ruolo nella storia?
È davvero aumentata la consapevolezza femminile nella Chiesa?
È da distinguere se la consapevolezza della donna è limitata alla storia della Chiesa o alla storia in senso ampio, perché sono due contesti diversi.
Secondo me oggi le donne sono consapevoli, si parla molto di diritti e questo offre loro maggiore forza nel proporsi, altra questione è la storia della Chiesa, qui le donne hanno poca consapevolezza del ruolo che possono e devono svolgere, e anche quelle che di consapevolezza ne hanno di più non hanno spazio perché la struttura gerarchica cattolica non consente spazi di vertice, è molto arroccata sui propri privilegi, su un potere ecclesiastico che non si vuole assolutamente mettere in discussione, quindi le donne cattoliche se avessero consapevolezza dell’importanza del loro essere credenti, potrebbero avere maggior piglio nel chiedere e pretendere e occupare spazi, invece generalmente sono molto mortificate e in sudditanza.
Esiste una grande discrasia tra come la donna oggi riesce a viversi all’interno di un contesto sociale con ruoli di grande responsabilità e potere, oggi abbiamo donne ministri, primi ministri, magistrati, nella chiesa invece non hanno un ruolo decisionale, sono due mondi paralleli, come se stesse avvenendo uno scarto sempre più grande e difficile da recuperare, come se l’istituzione Chiesa non volesse prendere atto che le sue gambe stanno crollando per effetto dell’invecchiamento e della mancanza di ricambio generazionale.
Immaginando una chiesa del futuro che dovrà necessariamente essere rimodellata, non fosse altro che per questioni pratiche, per la donna che ruolo immagini?
A mio avviso non ci dovrebbero essere distinzioni tra ruoli maschili o femminili, il problema non è chi esercita un ruolo, ma come lo esercita, quindi il problema è come esercitare l’autorità e il ministero non chi lo esercita è uomo, donna, bianco, nero, italiano tedesco o sudamericano. Il ruolo non può essere determinato dagli ormoni ma dall’essere battezzati. E non è affatto scontato che se sarà donna ad esercitare un ministero sarà stupenda, tutto sarà perfetto, dipenderà da come eserciterà il suo potere, se lo farà come hanno fatto tante volte gli uomini, nel senso di schiacciare ed emarginare, oppure come un servizio per la crescita della comunità.
Abbiamo parlato dell’importanza delle Donne nel Vangelo e nella Bibbia intervistando la storica e teologa Adriana Valerio ha molto studiato le donne bibliche. Abbiamo compreso che per lei il binomio Donne e Vangelo non ha segreti e che un ruolo femminile che potrebbe apparire a prima vista marginale in realtà è fondamentale nell’economia della storia della salvezza.
Elisabetta Fezzi è giornalista e scrittrice creativa. È consulente relazionale esistenziale, counselor professionista ed esperta di scrittura autobiografica. È co-fondatrice e presidente della Famiglia della Luce con Camilla
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