PAROLE DI VITA
Il Vangelo incarnato che aiuta a riflettere
Il Vangelo incarnato che aiuta a riflettere
Gesù aveva già preannunciato l’odio a causa del suo nome
anche oggi si può essere perseguitati per la fede
Si può oggi essere perseguitati per la fede? Sembra proprio di sì.
Scoprire che essere discepoli di Gesù può essere molto rischioso può generare ansie e paure, ma anche una straordinaria sfida coscienti del fatto che non si è da soli. In questa riflessione si parlerà di persecuzioni, un argomento quanto mai attuale, perché le persecuzioni dirette o indirette nei confronti dei cristiani sono molto più frequento oggi di un tempo.
Una riflessione utile per ognuno di noi!
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco (Mc 13, 9b-13)
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
La persecuzione toglie la libertà di espressione della propria fede
Il Signore non ci gira attorno: i suoi discepoli saranno consegnati ai sinedri, cioè incriminati nei tribunali, percossi nelle sinagoghe, ovvero nei luoghi dedicati al culto, e saranno odiati da tutti a causa del Suo nome… ora capisco perché un amico sacerdote ogni tanto dice con tono scherzoso: “Signore, se tratti così i tuoi amici ci credo che ne hai così pochi!”.
Scherzi a parte il messaggio è chiaro, il discepolo non avrà vita facile nel mondo, perchè lo spirito del mondo propone cose opposte rispetto a quelle testimoniate da chi vuol essere discepolo. Una testimonianza scomoda per il mondo, una testimonianza in grado di creare divisione anche tra fratelli, padri e figli. Ma quando tutto sembrerà perduto e non sapremo più cosa fare o dire, proprio in quel momento lo Spirito Santo agirà in noi e per noi, ci donerà chiarezza e ci ispirerà nei pensieri nelle azioni e nelle parole.
L’esorcista Don Gabriele Amorth, socio onorario dell’associazione
Occorre avere fiducia, non lasciarsi spaventare dalle sconfitte. La croce non è forse una sconfitta agli occhi del mondo? Eppure proprio da questa apparente sconfitta, in realtà puro sacrificio d’amore, procede la redenzione dell’umanità. Il sacerdote nostro socio onorario Don Gabriele Amorth poco prima della sua morte mi diceva che «la missione della chiesa non procede di vittoria in vittoria, ma di sconfitta in sconfitta».
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Una sconfitta apparente
Ma si tratta di una sconfitta apparente… perché la vittoria è già presente dietro l’angolo, e chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Dopo tante cattive notizie ecco finalmente la buona novella… la grazia della salvezza.
Una salvezza ottenuta non in virtù di tante buone opere, che certo non guastano in una fede perseverante e incarnata. Ma una salvezza ottenuta per grazia, come conseguenza di una costante relazione d’amore con Dio che consente di aprirci e di lasciarci amare da Lui.
In quest’ottica anche le persecuzioni per la fede assumono una luce nuova… quasi quasi mi fanno un po’ meno paura!
Elisabetta Fezzi è giornalista e scrittrice creativa. È consulente relazionale esistenziale, counselor professionista ed esperta di scrittura autobiografica. È co-fondatrice e presidente della Famiglia della Luce con Camilla
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