Pregare cosa significa?
Sono molte le modalità per pregare: scopri quella più affine a te
Sono molte le modalità per pregare: scopri quella più affine a te
La preghiera è una modalità diretta per entrare in relazione con il sacro, è il momento in cui una persona “parla a Dio” e contemporaneamente “ascolta Dio”. La preghiera dovrebbe interessare tutte le dimensioni che caratterizzano l’umano: spirito, anima e corpo. Solo in questo modo si riesce a vivere una preghiera integrale.
“Elevare l’anima a Dio” è la definizione ufficiale della preghiera riportata dal Catechismo della Chiesa Cattolica. È evidente che per desiderare una relazione con Dio occorre un desiderio di conoscenza che presuppone prima di tutto la fede nell’esistenza di Dio, senza fede non c’è relazione e neanche preghiera.
La preghiera è considerata dai cristiani un sacramentale, cioè agisce in base alla fiducia nella sua efficacia (ex opere operantis: la grazia dipende dalla disposizione d’animo del soggetto che prega), invece i sacramenti agiscono indipendentemente dalla fede, perché è Cristo stesso che agisce (ex opere operato: la grazia avviene attraverso il rito sacramentale indipendentemente dalla fede e dai peccati del sacerdote che agisce).
La fede dei cristiani è sintetizzata nel Credo apostolico:
Il credo apostolico è la sintesi della fede cristiana
«Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen».
Ogni forma di preghiera cristiana poggia su questa base di fede, quindi in qualsiasi forma si svolga e qualsiasi siano i suoi scopi è necessario sia incardinata nel Credo apostolico, altrimenti è eretica oppure blasfema.
Abbiamo già detto che lo scopo principale è sviluppare una relazione con Dio, ma le motivazioni per farlo possono essere diverse. Si può pregare per chiedere aiuto, per ricevere una grazia per sé stessi (invocazione) o per altri (intercessione), per chiedere perdono, per lodare, per ringraziare, per esprimere devozione o abbandono. In ognuna di queste modalità si entra nella dimensione del proprio limite: in sintesi non bastiamo a noi stessi, non possiamo fare sempre tutto da soli. Non si tratta di delegare a Dio quello che compete a noi, ma neanche arrogarsi costantemente la capacità di agire in autonomia.
Nella preghiera ci si riconosce creature amate
Pregare significa entrare nella dimensione creaturale, cioè riconoscere che non siamo fatti per vivere centrati unicamente su noi stessi. Inoltre è necessario continuare a rinascere attingendo forza dall’alto, facendosi costantemente plasmare dall’azione dello Spirito Santo. Rinascere dall’alto significa ricominciare la vita partendo da Dio (cioè dall’alto) anziché basarsi solo su sé stessi, sugli altri o sul mondo (dal basso). «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». (Gv 3,3)
VUOI PREGARE CON NOI?
La preghiera può avvenire attraverso parole, pensieri, sentimenti o gesti e può essere:
La croce è il mediatore simbolico che riporta all’origine della fede cristiana
Spesso viene utilizzato un mediatore simbolico come la croce, un’immagine sacra, una candela, un rosario, un presepe o della musica sacra.
La preghiera può essere vocale o mentale, parlata o cantata, personale o comunitaria, libera o liturgica.
La preghiera ha una dimensione privata e una pubblica
La preghiera può essere privata oppure pubblica, la prima è svolta dai fedeli a nome proprio singolarmente o in gruppo (es. preghiera personale, gruppo di preghiera…), la seconda è invece svolta a nome della comunità ecclesiale, sia da soli che insieme ad altri (es. la liturgia delle ore, la preghiera nella S. Messa).
Però, indipendentemente dalla modalità, occorre sempre ricordare le parole di San Paolo: «…lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori e sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio». (Rm 8,26-27). Sant’Agostino affermava che lo Spirito Santo «prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio».
Abbiamo già ricordato che l’efficacia dipende dalla fede non tanto dal tipo di preghiera, ma senza dubbio la più sicura è quella trasmessa direttamente da Gesù, il Padre Nostro.
Anche i Salmi rappresentano una modalità di preghiera sicura, era quella adottata anche da Gesù. Sui salmi è basata la Liturgia delle Ore, una preghiera quotidiana obbligatoria per i consacrati che scandisce i diversi momenti della giornata iniziando dalle lodi, passando per l’ora media e i vespri per finire con la compieta.
È giornalista pubblicista esperto del settore eno-agro-alimentare, è psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. È anche co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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