Quali preghiere sono più efficaci e sicure?
La preghiera cristiana ha molte sfumature, scoprile con noi
La preghiera cristiana ha molte sfumature, scoprile con noi
La preghiera è una modalità diretta per entrare in relazione con il sacro, è il momento in cui una persona “parla a Dio” e contemporaneamente “ascolta Dio”. Elevare l’anima a Dio è la definizione ufficiale della preghiera riportata dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
La contemplazione della Croce è un tipo di preghiera
È evidente che per desiderare una relazione con Dio occorre un desiderio di conoscenza che presuppone la fede dell’esistenza di colui con il quale si desidera la relazione, senza fede non c’è relazione e neanche preghiera.
La preghiera cristiana cattolica è considerata un sacramentale, cioè agisce in base alla fiducia nella sua efficacia (ex opere operantis: la grazia dipende dalla disposizione d’animo del soggetto che prega), invece i sacramenti agiscono indipendentemente dalla fede, perché è Cristo stesso che agisce (ex opere operato: la grazia avviene attraverso il rito sacramentale indipendentemente dalla fede e dai peccati del sacerdote che agisce).
La preghiera ha anche un vantaggio indiretto: diversi studi hanno dimostrato che pregare migliora la salute!
La fede dei cristiani è sintetizzata nel Credo apostolico: «Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna».
Ogni forma di preghiera cristiana poggia su questa base di fede, quindi in qualsiasi forma si svolga e qualsiasi siano i suoi scopi è necessario sia incardinata nel Credo apostolico.
La preghiera può avvenire in ogni luogo, basta la fede
Abbiamo già detto che lo scopo principale è sviluppare una relazione con Dio, ma le motivazioni per farlo possono essere diverse. Si può pregare per chiedere aiuto, per ricevere una grazia per sé stessi (invocazione) o per altri (intercessione), per chiedere perdono, per lodare, per ringraziare, per esprimere devozione o abbandono.
In ognuna di queste modalità si entra nella dimensione del proprio limite: in sintesi non bastiamo a noi stessi, non possiamo fare sempre tutto da soli. Non si tratta di delegare a Dio quello che compete a noi, ma neanche arrogarsi costantemente la capacità di agire in autonomia.
Pregare significa entrare nella dimensione della creaturalità e riconoscere che non siamo fatti per vivere basandoci unicamente sulle nostre forze, è utile attingere forza dall’alto, continuando a rinascere facendoci continuamente plasmare dall’azione dello Spirito Santo. Rinascere dall’alto significa ricominciare la vita partendo da Dio (cioè dall’alto) anziché basarsi solo su sé stessi, sugli altri o sul mondo (dal basso). «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». (Gv 3,3)
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La fede e la volontà elementi importanti nella preghiera
La preghiera può avvenire attraverso parole, pensieri, sentimenti o gesti, può essere rivolta direttamente a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, oppure ad una figura mediatrice che fa parte del sistema di credenze religiose (es. a Maria, ad un Santo, a un defunto, ecc.), oppure ancora utilizzando un mediatore simbolico come la croce, un’immagine sacra, una candela, un rosario, un presepe o della musica sacra.
La preghiera può essere vocale o mentale, parlata o cantata, personale o comunitaria, libera o liturgica, solitamente quest’ultima è codificata e tramandata nel tempo in forma scritta oppure orale. La preghiera può essere anche privata oppure pubblica, la prima è svolta dai fedeli a nome proprio singolarmente o in gruppo (es. preghiera personale, gruppo di preghiera…), la seconda è invece svolta a nome della comunità ecclesiale, sia da soli che insieme ad altri (es. la liturgia delle ore).
Però, indipendentemente dalla modalità, occorre sempre ricordare le parole di San Paolo: «…lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori e sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio». (Rm 8,26-27).
Sant’Agostino affermava che lo Spirito Santo «prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio».
Abbiamo già ricordato che l’efficacia dipende dalla fede non tanto dal tipo di preghiera, ma senza dubbio la più sicura è quella che è stata trasmessa direttamente da Gesù: il Padre Nostro. Anche i Salmi rappresentano una modalità di preghiera adottata anche da Gesù.
Ma la preghiera più usata a livello popolare probabilmente ancora oggi è il S. Rosario, nei suoi 4 misteri ripercorre 20 episodi salienti della vita di Gesù. Il S. Rosario è stato sviluppato da San Domenico nel 1214 per offrire uno strumento di meditazione e catechesi indiretta contro le eresie degli Albigesi che stavano minando la Chiesa cattolica. Attraverso i misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi si veniva educati sui passaggi fondamentali della vita di Gesù. In questo modo è stato anche rafforzato il culto a Maria in qualità di mediatrice, inoltre le 150 Ave Maria avevano lo scopo di riprodurre i 150 salmi che erano parte della preghiera dei dotti. Il S. Rosario è stato integrato nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II con l’istituzione di ulteriori 5 Misteri della Luce mediante la lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae.
La preghiera quotidiana è obbligatoria per i consacrati e parte dalla Liturgia delle Ore, una preghiera basata sui salmi che scandisce i diversi momenti della giornata iniziando dalle lodi, passando per l’ora media, i vespri e finendo con la compieta.
Nei secoli si sono aggiunte numerose preghiere devozionali, ispirate da santi e da mistici, la più importante oggi è diventata la Coroncina alla Divina Misericordia, le cui origini risalgono ad una rivelazione privata che Santa Faustina Kowalska ha ricevuto da Gesù nel 1935, nella quale le ha chiesto di pregare per la salvezza delle anime. La Coroncina alla Divina Misericordia prese piede nel 1992 in seguito all’istituzione da parte di Giovanni Paolo II della festività della Divina Misericordia, fissata una settimana dopo la Pasqua, e alla successiva canonizzazione di Suor Faustina nel 2000.
Elisabetta Fezzi è giornalista e scrittrice creativa. È consulente relazionale esistenziale, counselor professionista ed esperta di scrittura autobiografica. È co-fondatrice e presidente della Famiglia della Luce con Camilla
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