Santa Teresa di Lisieux e l’intelligenza emotiva
Scopri come la santa ha imparato a trasformare le sue emozioni con più intelligenza
Scopri come la santa ha imparato a trasformare le sue emozioni con più intelligenza
Il binomio intelligenza ed emozioni potrebbe sembrati un controsenso, è probabile che ti abbiano insegnato che le emozioni sono irrazionali e non centrano con la ragione, che sono il dominio del cuore, che sono calde e istintive, cioè l’opposto della ragione che invece è fredda.
In parte è vero, specialmente per le situazioni che si incontrano per la prima volta, dove occorre agire in fretta… l’emozione in questo caso è un potente motore decisionale che prepara ad azioni automatiche.
“Intelligenza Emotiva” è un gioco di parole coniato alla fine degli anni ’80 da due psicologi americani, Peter Salovey e John Mayer. Nel 1995 il giornalista psicologo Daniel Goleman ha scritto un libro intitolato “Intelligenza Emotiva” dove spiegava anche alcuni esercizi per coltivarla: è stato un successo editoriale e dal qual momento Goleman è diventato il “padrino” di questa intelligenza che è alla portata di tutti.
L’intelligenza emotiva in sintesi consiste in:
Anche una giovane fanciulla di nome Teresa, morta nel 1897 di tubercolosi a soli 24 anni nel monastero di Lisieux, si è trovata a vivere tutti i passaggi dell’intelligenza emotiva e grazie ad essi, uniti alla grazia, è diventata Santa e Dottore della Chiesa. La sua vita è stata un bell’esempio del cammino umano e spirituale che l’ha portata ad affrontare i traumi dell’infanzia: ho tratto molte ispirazioni dal libro del sacerdote psicologo messicano Luis Jorge Gonzàles, che si intitola “Teresa di Lisieux – Intelligenza emotiva e Counseling spirituale”
Teresa Martin è nata il 2 Gennaio del 1873, ultima di 9 fratelli. Il padre Luigi faceva l’orologiaio ed aveva già 54 anni quando Teresa è nata, la mamma Zelia ne aveva 41 e le numerose gravidanze, unite al lavoro del merletto, l’hanno consumata prematuramente. Teresa ha vissuto dall’infanzia all’adolescenza almeno 6 traumi importanti, che l’hanno progressivamente trasformata in una ragazza timida, insicura, emotivamente instabile. Ma ad un certo punto della sua vita una sua scelta, unita alla grazia divina, ha ribaltato completamente la situazione.
Scopriamo insieme il cammino umano e spirituale di Teresa, è possibile che anche tu ti possa riconoscere in alcune parti…
Il primo trauma Teresa lo subisce già da piccolissima, si tratta di un trauma di abbandono, infatti la madre non riusciva ad allattarla e Teresa ha dovuto essere separata dalla lei per essere affidata ad una balia con la quale ha vissuto per circa un anno. Fortunatamente la balia era una donna amorevole, inoltre i genitori di Teresa andavano a trovarla quando riuscivano, ma è indubbio che il legame tra Teresa e la mamma nel suo primo anno di vita, il periodo fondamentale per creare stili di attaccamento sicuri, è stato fortemente influenzato da questa necessità di distacco. Inoltre dopo un anno con la balia si è creato con lei un nuovo e forte legame emotivo, quindi quando Teresa è rientrata a casa ha vissuto un altro trauma, un distacco abbandonico.
Dopo che è tornata a casa Teresa passa i primi anni coccolata dai genitori e dalle sorelle maggiori, apparentemente è felice e serena, ma dopo poco la mamma muore. Teresa ha 4 anni e mezzo, è e da bimba aperta, giocherellona, gioiosa e intelligentissima si chiude in sé stessa, a malapena piange durante il funerale e non piangerà più per molto tempo. Teresa ha vissuto quello che oggi chiamiamo un Disturbo da Stress Post Traumatico, un altro trauma da abbandono aggravato da quello precedente, che ha prodotto una struttura di personalità poli traumatizzata. Questi traumi sono diventati cronici ed hanno determinato il blocco della sua intelligenza emotiva.
Teresa è diventata malinconica, ipersensibile, timida e malaticcia, è diventata dipendente affettiva, si appoggiava incondizionatamente sull’amore offerto dalle 4 sorelle maggiori, in particolare dalla sorella Paolina e dal padre che chiamava “mio re”.
Teresa a scuola fa fatica a rapportarsi con i compagni per effetto della sua timidezza eccessiva, viene presa in giro, non sa difendersi e soffre in silenzio. Ma è intelligentissima ed eccelle in ogni materia, suscita anche l’invidia di qualche compagna. Teresa in quel periodo vive 5 anni in un pensionato lontana da casa, e successivamente scriverà che sono stati gli anni più infelici della sua vita.
Verso i 9 anni Teresa sente la chiamata ad entrare nel Carmelo, si confida spesso con la sorella Paolina che ha 21 anni che sente come una seconda mamma. Viene consolata, rassicurata e soprattutto compresa, infatti Paolina vive lei stessa la medesima chiamata ad entrare nel Carmelo.Dopo pochi mesi, il 2 Ottobre 1882 Paolina, improvvisamente viene accettata per entrare nel Carmelo e Teresa si sente nuovamente abbandonata, orfana due volte. Questo trauma si unisce e rinforza i precedenti: perde ancora una volta la sua “base sicura”. La sua tristezza e timidezza aumentano, diventa taciturna e non riesce a legare con i coetanei.
Non esprime le proprie emozioni, le trattiene e si chiude sempre di più in sé stessa. Anni dopo scrive ricordando quel periodo “come potevo esprimere l’angoscia del mio cuore?”
Improvvisamente il 25 Marzo 1883, all’età di poco più di 10 anni, Teresa viene presa da un violento tremore in assenza di febbre, al quale segue un forte stato depressivo seguito da allucinazioni che trasformano gli oggetti e le persone attorno a lei in forme e figure spaventose: apparentemente si tratta di sintomi psichiatrici, l’alternanza di sintomi depressivi e psicotici secondo la classificazione attuale farebbe pensare a simili ad un disturbo bipolare.
I medici non ci capiscono nulla e il disturbo procede per 49 giorni fino al 13 Maggio 1883, proprio il giorno di Pentecoste, poi scompare improvvisamente. Teresa rimane profondamente turbata dall’esperienza, arriva ad avere il dubbio di aver finto la malattia e si confida con la cugina Jeanne Guérin che successivamente testimonierà al suo processo di canonizzazione: “penso di aver fatto finta di essere malata, senza esserlo realmente… quasi sempre sembravo in delirio e dicevo cose che non avevano senso… sembravo svenuta perché non facevo il minimo movimento… tuttavia udivo tutto quello che si diceva attorno a me e mi ricordo ancora tutto”.
Una grave crisi di scrupoli
Ma per la giovane adolescente Teresa ormai tredicenne i traumi non sono terminati, infatti la sua ricerca di Dio la porta tra il 7 e il 12 Maggio 1885 a partecipare ad un ritiro spirituale dove il predicatore incute a Teresa una tale paura del peccato mortale, usando anche figurazioni molto forti (Dio ti odia quando pecchi, sei come una colombella impantanata nel fango che non può più volare, ecc.) da rimanerne traumatizzata e provocare una grave crisi di scrupoli che durerà ben 18 mesi. Ha paura di commettere peccato mortale anche attraverso innocui pensieri o azioni innocenti, e questo provoca forti emozioni di disgusto unite a laceranti sensi di colpa. Raccontando successivamente questa situazione dolorosa Teresa sottolinea l’incapacità di controllare le proprie emozioni.
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La svolta della sua vita è avvenuta la notte del Natale 1886, poco prima di compiere 14 anni, quando è accaduto quello che lei stessa definirà “il miracolo di Natale”. La tradizione voleva che i regali natalizi per i piccoli di casa fossero inseriti nelle scarpe sistemate davanti al camino, e che fossero ispezionate dopo il rientro dalla messa di mezzanotte”. Teresa era la più piccola e, fino a quel momento, anche la più fragile emotivamente. Anche se ormai era adolescente la tradizione delle scarpe era stata di anno in anno prolungata, complice la sorella maggiore Celina.
Teresa al rientro da Messa ha adocchiato le “scarpe fatate” nel camino, ma prima è andata a togliersi il cappello salendo qualche scalino della scala che portava al piano superiore. Quell’anno il papà al rientro dalla messa era molto stanco e infreddolito, non aveva alcuna voglia di assistere alla scena dell’estrazione dei regali dalle scarpe, per cui ha pronunciato una frase infelice: “Bene, meno male che è l’ultimo anno…”.
Subito a Teresa, che stava scendendo le scale, si sono riempiti gli occhi di lacrime, e la sorella Celina, anche lei rimasta afflitta, ha detto a Teresa “…non andare giù (ora), ti darebbe troppo dolore guardare subito nelle tue scarpe”.
Ma Teresa, reprimendo le lacrime, ha deciso non farsi abbattere, di scendere le scale, prendere le scarpe, porle davanti al papà e iniziare a tirare fuori gioiosamente tutti i regalini. In quel momento ha scelto di cambiare il suo copione perdente in favore di uno vincente, proprio in quel momento ha sbloccato la sua intelligenza emotiva.
La sua felicità è diventata contagiosa e anche il papà ha iniziato a ridere felice, mentre la sorella Celina è rimasta di stucco di fronte alla scena e all’inaspettato cambio di atteggiamento della sorella. In pochi istanti la timida e ipersensibile Teresa ha trasformato la sua tristezza in gioia!
E da quel momento è iniziata la sua “corsa da gigante”, Teresa è riuscita per il resto della vita a trasformare le emozioni dolorose in nuove emozioni pacificanti. Senza saperlo aveva sviluppato la sua intelligenza emotiva, e a partire da quel giorno anziché essere dominata in modo automatico dalle emozioni deprimenti ha imparato prima a riconoscerle senza farsi trasportare e poi a trasfigurarle in nuove emozioni.
Teresa ha vissuto una grazia alla quale ha liberamente aderito: ha avuto la forza di scegliere una nuova risposta emotiva e, per usare le sue stesse parole “sono cresciuta in un momento”. In quella notte di luce nella quale “egli si fece debole e sofferente per amor mio, mi rese forte e coraggiosa e… non fui più vinta in alcuna battaglia, camminai di vittoria in vittoria”.
Quella notte è iniziato un nuovo periodo della sua vita, il nuovo equilibrio emotivo ha portato la fragile, timida e insicura adolescente Teresa ad una rinnovata determinazione e sicurezza anche rispetto alla futura vocazione: desiderava entrare nel Carmelo e nulla e nessuno avrebbe potuto dissuaderla.
Questa modalità ha provocato la creazione di un nuovo circuito neuronale nella corteccia celebrale, che ha determinato una nuova risposta che, attraverso la ripetizione, è stata consolidata ed è diventata un nuovo habitus mentale sempre più facile da attuare.
In questo articolo abbiamo visto cos’è l’intelligenza emotiva e quando è nata. Poi abbiamo esaminato la storia di Teresa di Lisieux e abbiamo scoperto che la santa ha vissuto nei primi anni della sua vita molti traumi che l’hanno fatta diventare una giovane emotivamente instabile. Ma ad un certo punto Teresa ha scelto, con l’aiuto della grazia, di cambiare la situazione e nella notte di Natale 1886 ha imparato a sviluppare una nuova abilità che conserverà per tutto il resto della sua giovane vita: l’intelligenza emotiva.
È giornalista pubblicista esperto del settore eno-agro-alimentare, è psicologo, counselor professionista e mediatore familiare. È anche co-fondatore dell’associazione Famiglia della Luce con Camilla e titolare di Ascolti di Vita.
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